Pedagogie e antipedagogie della nazione
Istituzioni e politiche culturali nel Novecento italiano
Editore: | Brescia, Editrice La Scuola |
Pagine: | 348 |
Data: | 2012 |
Note: | Quali sono stati i percorsi e le aporie del "fare" gli italiani fra età liberale, fascismo e repubblica? Un integrativo declinato in questo saggio tracciando due itinerari, solo apparentemente divergenti. Da un lato, i dibattiti e gli argomenti di una pedagogia nazionale di natura antipolitica, antiparlamentare e antiburocratica, alla ricerca di altre "agenzie", oltre allo Stato, meglio adeguate alla pedagogia nazionale rispetto alle istituzioni scolastiche. La scuola stessa poteva meglio assolvere al suo ufficio educativo se praticava un'antipedagogia del vitalismo e della spontaneità. D'altro canto, la riflessione sugli strumenti di selezione e formazione delle classi dirigenti, propria del discorso sull'istruzione superiore, identifica un preciso compito dello Stato. Era senz'altro all'interno della cornice dei pubblici ordinamenti che andava condotta la selezione delle elitè, per la cui efficacia andavano commisurati e ripensati gli assetti istituzionali dell'istruzione e gli stessi statuti disciplinari, dagli studi classici alle scienze sociali. In tale prospettiva, l'azione dello "Stato educatore" in campo universitario ha incontrato un argine nelle vischiosità e nelle resistenze del corpo accademico, che ha costituito un freno al dirigismo autoritario del regime fascista, ma ha anche generato attrito verso i tentativi di riforma democratica degli ordinamenti universitari attuati dalla politica italiana fra anni Settanta e Ottanta. I canali di formazione delle classi dirigenti si spostano così al di fuori del sistema scolastico, tendendo a svuotare la funzione democratica di scuola e università. |
Indice 2012 |
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Laura Cerasi |
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